Scrivere Lacrima d’argento è stata una lunga avventura. Mi ha portata a focalizzarmi su dettagli, luoghi, azioni dei personaggi che in un certo senso sono maturati insieme a me, in quella che è stata una vera e propria scrittura terapeutica.
Il worldbuilding in un fantasy lo trovo fondamentale; è per questo che ho passato molto tempo a ideare una mappa che ha una maggiore importanza proprio in questo secondo volume. Se nel primo infatti si è conosciuto solo una parte del mondo, adesso i protagonisti viaggiano per tutte e cinque le Zone, ovvero Nord, Est, Sud, Ovest con al centro la Terra di Luce, luogo dove si estende la Foresta Lucente e l’Antico Tempio, residenza della famiglia reale.
Nella mia trilogia ha molta importanza dove si nasce, se si desidera diventare un cavaliere. Se si viene al mondo in un paese sotto le costellazioni del Fuoco significa che si è benedetti da quello Spirito Elementale e che si potrà quindi diventare unicamente Cavaliere di Fuoco.
Gli Spiriti hanno un tempio per ogni Zona e proprio in Lacrima d’argento farò conoscere tutti i luoghi sacri a loro dedicati. Shannon, lo Spirito dell’Acqua, ha il suo tempio nel lago più grande del Mondo di Luce, il lago Morrismis, che visto dall’alto è a forma di lacrima. Saule, lo Spirito della Terra, è in un tempio diroccato che però, pur di rivivere, è rimasto imprigionato in uno splendido autunno perenne; Shapash, il Fuoco, rappresenta l’elemento più indomito ma allo stesso tempo generoso, abbarbicata su delle montagne. Infine Shu, che rappresenta l’Aria, è in un castello dalle tinte fiabesche nella foresta di sequoie abitata dagli elfi, creature che appaiono in questo volume per la prima volta.
Il lungo viaggio che i personaggi dovranno affrontare visitando ogni angolo del Mondo di Luce, li segnerà irrimediabilmente, e da ogni Spirito impareranno a conoscere l’essenza di ogni elemento. Non potranno andare avanti senza prima aver imparato ad accettare le proprie debolezze e forze come l’Acqua, a trovare la propria stabilità come la Terra, ad avere una volontà decisa come il Fuoco e a essere burrascosi quando serve come l’Aria. Ogni zona, ogni tassello di viaggio rappresenta quindi anche la loro evoluzione personale.
Con l’Acqua ho voluto rappresentare non solo il superamento delle paure dei personaggi ma anche la forza nell’accettarle e andare avanti, con una rinnovata maturazione di sé. L’acqua è cristallina, fa vedere ogni singola macchia che ci corrode. Ed è ciò che si deve imparare ad affrontare nella vita.
Con la Terra, invece, ho voluto dar peso all’emotività e alle illusioni che possono confondere e far prendere un cammino sbagliato. Ma di cui l’importante è ritornare sulla retta via.
Con il Fuoco non si può giocare o si viene scottati; e cosa fa bruciare più dell’amore? Scrivere il pezzo dedicato a questo elemento ha fatto soffrire anche me. Ma trovo che quando siamo sopraffatti da un dolore così grande da non riuscire a vedere ciò che può nascere dalle ceneri, sia necessario fare ordine nei nostri pensieri e imparare ad accettare ciò che ormai è andato perso. Lo stesso Dio dell’Oscurità, imbattendosi in questa realtà, ha trovato doloroso andare avanti per raccogliere qualcosa di nuovo.
Con l’Aria ho dato spazio alla fiducia, all’amicizia e al sacrificio. Tematiche per me importanti, scritte in un momento delicato, ed è per questo che è il passaggio più lungo. La fiducia che riponiamo negli altri è essenziale e questo Liam e Van lo capiranno molto bene. Così come capiranno quanto è importante non sottovalutare i sentimenti di un amico. Di parlare, di discuterne, di trovare una soluzione insieme. Un aspetto che può sembrare banale, ma io stessa ho imparato a capire quanto invece non lo sia.
Ma una delle tematiche a me più care è il concetto della diversità; quanto ci sentiamo distanti quando incontriamo una persona a noi diversa? Cosa pensiamo quando, nel momento in cui si viene in contatto, ci si rende conto invece che non esiste alcuna differenza, se non quella che si vede con gli occhi?
O ancora, quanto è labile il confine tra amore e follia?
In Lacrima d’argento mostro questi aspetti sotto due punti di vista differenti. Di chi, come Hyobe, che impazzisce per un amore proibito e vede come luce e oscurità parte dello stesso mondo e di chi invece, come Van e Liam, imparerà con lucidità a gestire il serpente che è la vendetta e a trovare una nuova soluzione.
Spero che questo viaggio, le sofferenze così come le rinascite, possano essere condivise e che faranno venir voglia di sapere come queste sfaccettature cambieranno ancora nel terzo e ultimo volume.
JESSICA MARCHIONNE