Descrizione
Cos’è la guerra per un popolo, per chi si alza al mattino e non sa se arriverà a sera? Cosa sono le giornate scandite dal suono della sirena che annuncia bombe, annuncia morte? Com’è scappare per le strade e, allo stesso tempo, essere capace di riempirsi gli occhi della luce del sole, dell’azzurro del mare, essere ancora accarezzati dal vento della speranza che riesce, anche se di poco, ad abbattere la rassegnazione?
“Io sarò il tuo porto” racconta la storia di ragazzi semplici, ragazzi del popolo costretti a rinunciare all’infanzia, che pure spettava loro di diritto, e a diventare adulti. Racconta, in un certo senso, l’essere visceralmente attaccato alla propria terra, amarla nonostante tutto, a dispetto di quel poco che è in grado di dare in cambio.
Lo scenario è quello della Seconda Guerra Mondiale, che Salvatore Improta ci racconta da un’angolazione diversa da quella prettamente storico-militare: ci narra delle vie di Napoli, di Salerno, di quei luoghi che hanno accolto e visto passare il cambiamento, la salvezza, e a volte ne sono rimasti devastati. Sacrifici necessari, fatti di legami persi e ritrovati, amicizie di cui l’eco resta indelebile nel tempo, di povertà e di dignità.
Un romanzo dolorosamente attuale, che ci lascia osservare da un punto di vista nuovo cose che vorremmo fossero passato, ma che, inesorabilmente, tornano a essere presente.
TRAMA
San Giovanni a Teduccio, est di Napoli. Un posto che, da sempre, non è città e nemmeno periferia. Attaccato al porto, alle pendici del Vesuvio e bagnato dal mare di Vigliena. La guerra, però, non bada a queste piccolezze e dove c’è una fabbrica, dove c’è un porto, dove passa una linea ferroviaria, ci sono obiettivi da distruggere. Le bombe angloamericane cadono sulla Napoli del 1942, mentre Antonio, Ciro e Maddalena – tre ragazzi del posto – cercano di resistere agli eventi che ormai fanno parte della quotidianità. La scuola è ferma, il lavoro manca: scene attuali, specchio crudo e reale di quartieri che ancora oggi sembrano abbandonati alla loro sorte. La loro vita è vissuta nei giorni a cavallo tra la fine del regime e l’armistizio, rallenta e accelera al ritmo dettato dalle sirene che annunciano gli attacchi. Amore e amicizia, il dolore della disperazione e la resistenza tra le strade della città. E la speranza, infine. Ma cosa sarà rimasto di quei ragazzi che davanti al mare di Napoli si emozionavano, sognando a occhi aperti?
SULL’AUTORE
Salvatore Improta nasce a Napoli nel 1979 e si trasferisce a Bologna nel 2001. Nel 2002 apre un blog sul quale pubblica racconti alcuni dei quali selezionati in raccolte di autori emergenti.Nel 2017 vince due importanti contest nazionali di scrittura: Coop For Word con Metrò on the book pubblicato nella raccolta Cado come neve (ed. Fernandel) e sul Resto del Carlino di sabato 16/09/17 e Scriba Festival della Bottega Finzioni (Carlo Lucarelli) con il racconto Dove devo firmare. È pubblicato nella rivista PostScripta (ed. Atlantide) con il racconto È arrivata primavera; nella raccolta Sette son le note (ed. Alcheringa) con il racconto All you need is love but you don’t know. Nel 2018 viene pubblicato in ebook il suo libro d’esordio Brucia (ed. Geekoeditor). Nello stesso anno si classifica tra i vincitori del premio nazionale “Tuttiscrittori” con il racconto Caterina. Nel 2019 il racconto Il primo di una lunga storia è pubblicato nella raccolta, Mille e una storia. Nel 2020 partecipa al contest “Dalla finestra” organizzato da Giulia Ortuso, con il racconto Musica in collaborazione con l’artista e grafica Alessandra Loreti, rientrando tra i selezionati per la pubblicazione del libro “Dalla finestra”
tatjana.ciotta –
Dalla Napoli sotto le bombe, alla Napoli liberata dopo le Quattro giornate. La povertà e la fame, la guerra, lo sbarco degli Alleati e l’amore, raccontata da quattro voci diverse. Voci di ragazzi e ragazze il cui passaggio all’età adulta viene segnato in modo indelebile dalla paura, dalla privazione, dalla morte e dall’incertezza. Temi antichi ma oggi, più che mai, tristemente attuali.
Sullo sfondo una città dilaniata e stuprata che trova ancora una volta il coraggio di salvarsi da sola.
L’autore di questo romanzo possiede un grande dono. Quello di saper filtrare col cuore i luoghi che gli appartengono e di restituirli ai nostri occhi nella loro essenza più pura, raccontandoli con una minuziosità di dettagli e particolari, mai invadenti, ma sempre messi al posto giusto.
E così, di capitolo in capitolo, siamo Antonio, coi suoi sogni, i suoi ideali; siamo Maddalena, incerta e fragile; siamo Lidia, alle prese con segreti e verità più grandi di lei e, infine, siamo Ciro, il napoletano vero, quello che non sa come, ma sa che ce la farà, se non per lui, almeno per le persone che ama. E amano, tanto. Povera gente che si stringe ad altra, che si fa forza, gli uni con gli altri nel momento del bisogno. Che combatte fianco a fianco, non solo la guerra vera, ma anche quella che ognuno di noi ha dentro.
Un romanzo difficile da dimenticare, narrato da una penna di rara sensibilità.