Quando ho scritto Ti lascio la mia vita volevo che nella storia non mancassero emozioni, delicatezza, lacrime, sorrisi e soprattutto era mia intenzione creare un forte legame tra la protagonista e il personaggio che l’avrebbe resa una “ereditiera”.
All’inizio avevo pensato di dare la parte di Stella a un’amica di Luna, poi però ho cambiato idea perché non avrebbe funzionato allo stesso modo.
Credo nell’amicizia e sono convinta che possano nascere dei rapporti indissolubili anche senza avere legami di sangue (Bea e Tris possono farmi da testimoni!), ma questa volta no. In questa storia era necessaria la complicità tra sorelle: due anime tanto uguali ma allo stesso tempo tanto diverse.
Luna e Stella sono identiche solo per quanto riguarda l’aspetto fisico, per il resto non potrebbero essere più differenti. Luna è la protagonista, ma è Stella ad avere un ruolo fondamentale: grazie a lei, che ha trovato il modo di lasciare indicazioni a tutti quelli a cui ha voluto bene, ogni tassello trova il suo posto.
Il percorso intrapreso non è sempre facile, la tentazione di mollare tutto è forte, ma con una “guida” speciale come sua sorella, Luna supera molti ostacoli e realizza sogni che aveva seppellito in fondo a un cassetto. Anche se ha tanta paura, trova comunque il coraggio e si mette in gioco. Il suo modo di fare, specialmente all’inizio della storia, non viene compreso subito. Ha un atteggiamento un po’ da stronzetta, soprattutto nei confronti della sorella, e in alcuni momenti si fa fatica a capirla. Anni di paragoni tra le due ragazze, hanno portato Luna a essere quella che è: attacca per non essere attaccata, ferisce per non essere ferita. L’unica, che la conosce meglio di quanto lei non conosca se stessa, è la sua gemella. Anche se spesso viene trattata male e non lo merita, Stella la perdona perché lei è così: dolce, pacata, buona e generosa. Aggiungerei anche molto altruista visto che ha pensato agli altri prima di uscire di scena.
“Mi hai lasciato la tua vita perché capissi che non dovevo e non potevo sprecare la mia” penso sia una delle frasi più significative. È il momento in cui Luna da un senso a molte cose, tranne che al dolore. Per quello, purtroppo, non c’è cura. Al massimo si impara a conviverci col tempo.
In un modo o nell’altro, tutte le persone che Stella ha messo sul cammino della sua gemella le hanno dato qualcosa, forse più di quanto lei abbia dato a loro. E poi c’è Maya! A cui sono bastate una coda scodinzolante e due grandi occhi color nocciola per far capire a Luna che per amare qualcuno non sempre servono le parole.
Ho cercato di scrivere una storia che fosse anche un percorso di crescita che, attraverso risate, lacrime, amicizie, amori, momenti di gioia e di dolore, riuscisse a trasmettere tante emozioni. Volevo trattare un argomento molto delicato con leggerezza ma non con superficialità. Spero di esserci riuscita.
Simona Pugliese