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In retelling in chiave moderna di “Molto rumore per nulla” e “Orgoglio e Pregiudizio”,
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mescola gli elementi cardine dell’una e dell’altra opera,
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proponendoci due nuovi Beatrice e Benedetto
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(protagonisti della commedia di Shakespeare)
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che molto hanno anche degli austeniani Lizzy e Darcy.
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E se in “Molto rumore per nulla” Beatrice e Benedict si amavano a suon di insulti poco velati, questa Beatrice, studentessa italiana, e questo Benedict, architetto italo-americano, non sono certo da meno, nonostante l’attrazione tra loro sia elettricità pura che viaggia nell’aria. E così basta un patto: niente amore, solo sesso. Solo per una notte, magari due. O forse… be’, l’importante sono le regole, anche se appuntate su un tovagliolo stropicciato: nessun messaggio inutile; nessuna conversazione di natura troppo personale; nessuno deve saperlo; sesso protetto, sempre.
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Beatrice Bianchi ha ricevuto dalla vita lo stretto indispensabile per considerarsi soddisfatta: un pizzico di beltà, una testolina funzionante, qualche buon amico e una famiglia unita seppure non del tutto equilibrata. La sua tranquilla esistenza riceve uno scossone quando un attraente quanto arrogante motociclista rischia di stenderla per sempre lungo una distesa di sanpietrini. Si tratta di Benedict Devereux, l’architetto che segue i lavori di ristrutturazione della “Vecchia Cascina”, l’impresa di famiglia di Carlo Bernardini. E il rampollo di casa Bernardini, a sua volta, non è che il primo amore della sorella maggiore di Bea, Nina, che travolta dagli imprevisti giochi di Cupido ricomincia a frequentarlo. A dispetto del rocambolesco primo incontro, Bea e Ben iniziano a frequentarsi, scoprendo un’inattesa affinità sessuale che gli permette di instaurare un’altalenante relazione di amicizia con benefici. E, come universalmente riconosciuto, quando un Benedict screanzato incontra una Beatrice infervorata, la battaglia dei sessi è solo agli inizi
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